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Piante velenose
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Veratrum

veratrum

 

Nome volgare: Veratro

Veratrum album L.

Famiglia: Liliaceae
Sinonimi: Veratrum viride Röhling , Veratrum lobelianum (Bernh.)
Nomi volgari: veratro comune, veratro bianco, elabro, elleboro bianco, velatro, giglio verde

Etimologia:Veratro da latino "verus" = vero e "trum" indicante strumento, mezzo: si riteneva infatti che la pianta potesse rendere chiara la mente e acuire l'intelligenza, dagli antichi era impiegata come rimedio nella cura dell'epilessia e della pazzia.

Morfologia:
pianta perenne, erbacea, con rizoma breve e carnoso, cilindrico, di colore nerastro, munito di numerose radici, fusto eretto, cilindrico e pubescente alta sino a 150 cm. Tutta la pianta emana odore sgradevole.
Il rizoma, produce radici giallastre e, ogni anno, larghe foglie alterne, ovali od ellittiche, con pagina superiore glabra, quella inferiore pubescente, munite di numerose nervature parallele, sono lunghe anche 30 cm e larghe sino a 12 cm. Le guaine delle foglie costituiscono lo stelo apparente. Gli steli floreali compaiono solamente nelle piante di 10-30 anni, le piante fioriscono ogni 5-10 anni.
Le foglie cauline sono alterne e lanceolate, nelle infiorescenze esse si trasformano in brattee.
I fiori, numerosi, brevemente peduncolati sono formati da 6 tepali uguali di colore verdastro o giallo-verdastro e riuniti in ricche pannocchie terminali.
Il frutto è una capsula ovoide.

Distribuzione – habitat – fioritura:
presente nelle zone temperate dell’Europa, in Italia è pianta comune in tutto l’arco alpino, nell’Appennino settentrionale e centrale, assente nelle regioni meridionali e nelle isole.
Pianta delle praterie, dei pascoli, dei boschi cedui, vegeta in prossimità delle fonti e nei luoghi umidi sino a 2.100 m. Fiorisce da giugno ad agosto.

Proprietà ed usi:
ATTENZIONE PIANTA TOSSICA, assolutamente vietata nell’automedicazione!
Tutte le parti della pianta contengono alcaloidi depressivi del centro cardiorespiratorio.
Il veratro possiede un'energica azione emeto-catartica, ipotensiva, analgesica, antifebbrile, sternutatoria, scialagoga, vescicatoria, antielmintica, espettorante, ipnotica.
La “niespilver” è una polvere starnutatoria che può contenere della polvere estratta dal rizoma del veratro bianco.
L’ingestione di parti della pianta, di tisane preparate con essa o l’inalazione della polvere possono provocare vomito spontaneo, che per la sua precocità limita gli effetti sistemici; possono associarsi nausea, vertigini, diarree dolorose, dilatazione della pupilla, sudorazione profusa e fredda e il rallentamento o arresto della frequenza cardiaca.
La droga in polvere produce starnuti, bruciori agli occhi, lacrimazione,può essere causa di bruciature dell’epidermide.
I medici del XV e XVI secolo prescrivevano il veratro contro le malattie mentali, la paralisi, l'epilessia, la sciatica, l'idropisia ma a poco a poco, data la sua pericolosità, il rimedio venne abbandonato.
Nel passato il succo del rizoma serviva per avvelenare le frecce ed il decotto come antiparassitario e insetticida.

Note:Fiorisce per la prima volta dopo dieci anni di vegetazione sotterranea, cresce generalmente negli stessi luoghi della Genziana lutea, con la quale può essere facilmente confuso nel periodo di non fioritura a causa della somiglianza delle foglie.
Incauti raccoglitori, lo hanno impiegato nella preparazione di liquori, con esiti purtroppo nefasti.
Caratteri per cui si distingue dalla Genziana lutea sono: le foglie alterne e non opposte e il fusto completamente avvolto nelle guaine fogliari.

 

fonti:
Fungoceva. Agraria Erbario Funghi d'italia
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